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Che cos’è la piastrinopenia?
Per piastrinopenia si intende un calo del numero di piastrine nel sangue, in genere al di sotto delle 150.000 piastrine per microlitro. Le piastrine fanno parte, insieme ai globuli rossi e ai globuli bianchi, delle cellule del nostro sangue. La funzione delle piastrine è quella di contribuire al processo di coagulazione del sangue indispensabile per la riparazione delle ferite.
Possiamo quindi immaginare come un calo del numero delle piastrine possa portare ad un’alterazione del processo di coagulazione con il rischio che si verifichino dei sanguinamenti.
Quali sono le cause della piastrinopenia?
In ambito oncologico, il calo del numero delle piastrine può verificarsi in seguito a terapie oncologiche sia come unico effetto, sia associato al calo del numero dei globuli bianchi e dei globuli rossi. In questo ultimo caso in linguaggio tecnico si parla di pancitopenia.
Vari trattamenti oncologici, infatti, colpendo le cellule nel loro processo di divisione e moltiplicazione, spesso finiscono con il danneggiare temporaneamente anche le cellule sane del midollo osseo che sono responsabili della produzione delle cellule del sangue, tra cui le piastrine.
I trattamenti oncologici che più spesso causano piastrinopenia sono gli agenti chemioterapici, in particolare i composti a base di platino (carboplatino, cisplatino e oxaliplatino). Tuttavia anche farmaci più innovativi come gli inibitori dell’enzima PARP (niraparib, rucaparib e olaparib) e un farmaco come il T-DM1 utilizzato nelle donne con neoplasia mammaria, possono causare un abbassamento della conta piastrinica.
Atre cause di piastrinopenia sono le stesse malattie oncologiche, specie quelle del sangue come le leucemie e i linfomi: in questi casi è l’espansione nel midollo delle cellule malate a compromettere la produzione delle cellule sane del sangue.
Più raramente la piastrinopenia ha una causa autoimmune, cioè è provocata dalla presenza di anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario che distruggono le piastrine o da farmaci non chemioterapici come l’eparina. Ancor meno frequenti i casi in cui il calo delle piastrine è causato da una condizione chiamata CID in cui si verifica una coagulazione diffusa del sangue che porta al consumo di una grande quantità di piastrine.
Quando si parla di carenza di piastrine?
Dal punto di vista clinico, una piastrinopenia lieve o moderata, per intenderci fino a una soglia di 50.000 piastrine per microlitro di sangue, è una condizione che generalmente non dà nessun sintomo e non richiede interventi d’urgenza, se non sono già presenti dei sanguinamenti. Tuttavia già con questo calo lieve o moderato del numero delle piastrine.
Non è indicato iniziare o proseguire un trattamento oncologico, specie se quest’ultimo è la verosimile causa del calo delle piastrine. In questo caso occorrerà concedere una pausa dai trattamenti per consentire un naturale recupero delle piastrine.
Se invece il numero delle piastrine nel sangue scende sotto le 50.000 per microlitro il rischio di sanguinamento è alto, specie se la persona assume in concomitanza terapie anticoagulanti o antiaggreganti (ad esempio l’eparina) che possono ulteriormente interferire con la coagulazione. Potrebbero in questo caso verificarsi dei sanguinamenti esterni (come sangue dal naso, sangue con la tosse o il vomito o con le feci), sanguinamenti interni (cioè dentro gli organi) o sanguinamenti della pelle. Quando il numero delle piastrine scende sotto le 25000 per microlitro si può ricorrere ad una trasfusione di piastrine concentrate, messe a disposizione dai donatori di sangue.
Che cosa fare in caso di piastrinopenia?
Va precisato che nella maggior parte dei casi le piastrinopenie causate dai trattamenti oncologici sono lievi o moderate, non causano sintomi e regrediscono con pausa dai trattamenti.
Ad oggi non vi sono trattamenti specifici per questa condizione e occasionalmente si ricorre all’uso di farmaci cortisonici, in particolare quando si sospetta una piastrinopenia a causa autoimmune. Sono poco frequenti i casi in cui è necessario ricorrere a trasfusioni di piastrine e per lo più questo avviene quando una persona ha una malattia che riguarda il sangue, ad esempio una leucemia.
Nel caso si presentasse un sanguinamento sospetto o che tende a non arrestarsi, specie se questo si verifica tra un ciclo di terapia e l’altra o durante un trattamento oncologico continuativo, è necessario chiamare il medico. In questi casi è possibile che vi venga consigliato di eseguire un prelievo urgente, per verificare il numero delle piastrine. Nel caso si confermasse una piastrinopenia seguite le indicazioni del medico che potrebbe indicarvi di sospendere i farmaci anticoagulanti/antiagreganti e di fare ulteriori accertamenti.