Il video di questo materiale informativo sarà disponibile prossimamente
In questo video vedremo come mai insorge e cosa si può fare per migliorare questo effetto indesiderato.
Quali sono le cause della stanchezza durante le terapie antitumorali?
L’insorgenza della stanchezza ha un’origine multifattoriale, cioè è data da più fattori concomitanti. Questi sono:
- Infiammazione: i trattamenti antitumorali possono creare uno stato di infiammazione. Questo è utile per combattere il tumore ma collateralmente può causare stanchezza.
- Anemia: a volte i trattamenti antitumorali possono ridurre il numero di globuli rossi. Questo fenomeno prende il nome di anemia ed è un’altra delle possibili cause della stanchezza.
- Tiroide: alcuni trattamenti antitumorali, come l’immunoterapia, possono ridurre il funzionamento della tiroide. Quando questo avviene ci si può sentire maggiormente stanchi.
- Altri farmaci: questo punto non riguarda direttamente i trattamenti antitumorali ma eventuali altri farmaci assunti che possono contribuire a peggiorare la stanchezza. Tra questi i più usati sono gli antidolorifici derivati dalla morfina, gli antistaminici, i farmaci per ridurre l’ansia e i farmaci per ridurre il colesterolo chiamati statine. Anche i diuretici potrebbero peggiorare la stanchezza a causa della perdita di sali minerali.
- Stato mentale: tutti sappiamo quanto la mente giochi un ruolo importante in molte situazioni. Anche nel caso della stanchezza la dimensione psicologica ha una rilevanza importante. Uno stato mentale caratterizzato da ansie, preoccupazioni o tristezza tenderà ad alimentare la stanchezza mentale.
- Carenza di sonno: stress, agitazione, sudorazioni notturne o alcune abitudini scorrette possono contribuire a ridurre la quantità di sonno o la sua qualità contribuendo quindi alla stanchezza.
Come contrastare la stanchezza?
Cosa si può fare allora per diminuire la stanchezza? Ecco una lista di consigli mirati.
- Correggere il correggibile: con questo gioco di parole si intende il ripristinare un equilibrio mancante nel proprio organismo. Quindi se la tiroide funziona di meno il medico potrebbe integrare gli ormoni tiroidei. Oppure se i sali minerali fossero bassi potrebbe prescrivere un’integrazione mirata. Infine, il medico potrebbe rivalutare i farmaci prescritti e prevedere delle sostituzioni che, a parità di beneficio per il disturbo, possano ridurre la stanchezza complessiva.
- Il secondo consiglio è correggere l’anemia: l’anemia infatti merita una considerazione a sé. Come abbiamo visto prima, l’anemia può essere causata dai trattamenti antitumorali e può contribuire alla stanchezza. Il medico valuterà se c’è una carenza di ferro, di vitamina B12 o di acido folico. In questi casi sarà possibile reintegrare la sostanza mancante. Inoltre, nelle situazioni di anemia moderata il medico potrebbe prescrivere delle punture di eritropoietina per aumentare il numero di globuli rossi. Nei casi invece di anemia severa potrebbe prescrivere una trasfusione di sangue.
- Terzo consiglio attività fisica: anche se può sembrare controintuitivo, l’attività fisica, se autorizzata dal proprio medico e valutata da un professionista esperto in attività motoria, consente di migliorare la stanchezza. Infatti l’attività fisica, se fatta con costanza cioè almeno 2-3 volte a settimana, permette di migliorare il proprio stato fisico, la tolleranza alla stanchezza e anche il vigore mentale. Una camminata veloce per almeno 30 minuti, la palestra, la cyclette, il ballo, il nuoto sono tutte attività eccellenti per rimanere attivi e in salute.
- Quarto consiglio stato mentale: evidenze scientifiche dimostrano che attività come lo yoga e la meditazione, la mindfulness, ma anche guardare un film e ascoltare musica, possono contribuire a diminuire il senso di fatica, soprattutto a livello mentale. Queste attività sono, per qualcuno, un modo nuovo e profondo per entrare in sintonia con il proprio corpo.
- Quinto consiglio igiene del sonno: con questo termine si indica l’applicazione di una serie di buone abitudini per ridurre l’insonnia e migliorare la qualità del proprio sonno. Per esempio:
- Cercare di svegliarsi sempre alla stessa ora in modo da mantenere una sorta di orologio biologico
- Ridurre i pisolini durante il giorno perché possono rendere più difficile prendere sonno la sera. Se proprio non se ne può fare a meno cercare di non protrarli oltre i 20 minuti.
- Dormire il tempo necessario. La maggior parte delle persone necessità di un tempo di sonno dalle 6 alle 8 ore. Dormire troppo può, paradossalmente, rendere meno attivi durante la giornata e complicare l’addormentamento la sera.
- Creare un ambiente rilassante per dormire. Questo significa usare il letto solo per dormire, evitando cioè di compiere qui altre attività durante il giorno come leggere o mangiare. Ridurre o eliminare rumori e luci migliora notevolmente la qualità del sonno. Anche mantenere una temperatura né troppo calda né troppo fredda può migliorare la qualità del sonno.
- Non andare a letto se non si ha sonno. Se quando si è a letto si scopre di non avere sonno può essere conveniente alzarsi e fare altro. Per entrare in uno stato incline al sonno si possono fare attività rilassanti come leggere o farsi un bagno. È meglio evitare l’utilizzo di cellulari o tablet prima di dormire perché a causa della loro luce tendono a rendere più difficile l’addormentamento. Anche l’uso di bevande con caffeina dopo metà pomeriggio andrebbe evitato.
- Tornando ai consigli per curare la stanchezza, vediamo il sesto e ultimo: riguarda i farmaci. Una delle domande che più spesso vengono poste è se c’è un farmaco che può essere preso per aumentare il tono e il vigore psicofisico. Sebbene esistano alcuni farmaci, come il cortisone, che potrebbero ridurre il senso di stanchezza, questi sono prescritti solo in casi selezionati a causa degli effetti indesiderati da cui sono gravati. Vi invito a chiedere al vostro oncologo per maggior informazioni. Oltre a questi, delle preliminari evidenze scientifiche avrebbero mostrato che il ginseng potrebbe diminuire la stanchezza. Tuttavia, esso ha diverse interazioni nocive con farmaci oncologici e non (come gli anticoagulanti), pertanto prima di assumerlo è necessario consultare il proprio oncologo.
Serve integrare il ferro?
Prima di concludere, soffermiamoci su una domanda che viene fatta molto frequentemente: “posso prendere del ferro?”.
Nella concezione comune il ferro fa buon sangue, cioè aumenta i globuli rossi e, di conseguenza da più energia. Questo però è parzialmente vero, nel senso che l’integrazione di ferro causa i suoi effetti positivi solo nel caso in cui vi sia una accertata carenza di questa sostanza. Assumere del ferro se non necessario potrebbe causare più problemi che benefici.
Come si fa a sapere se il ferro è basso? Se i globuli rossi sono diminuiti e hanno una forma più piccola del solito e se un valore del sangue chiamato ferritina è ridotto, in questo caso integrare il ferro può essere utile.