Come funziona la chemioterapia

Come funziona la chemioterapia

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Che cos’è la chemioterapia? Come agisce? Funziona veramente?
Queste sono alcune delle domande che spesso vengono poste negli ambulatori di oncologia. Ci siamo resi conto che sulla chemioterapia se ne sa ancora troppo poco, forse perché è un argomento che fa paura o forse perché è avvertito ancora come un tabù. L’obiettivo di questo video è quello di dare informazioni utili a chi dovrà fare questo tipo di terapia per aiutare a chiarire alcuni timori o domande irrisolte.
Che cos’è quindi la chemioterapia, detta anche terapia antiblastica?
La risposta potrebbe stupirvi. Con questo termine si indica, in modo totalmente generale e generico, una terapia effettuata con sostanze chimiche. Questo non ha una connotazione negativa e infatti potremmo dire lo stesso degli antibiotici il cui obiettivo è quello di distruggere i batteri anziché il tumore. In generale, tutto quello che ci circonda ha una struttura chimica, cioè è un qualcosa di chimico: i farmaci, le sostanze contenute in una foglia di insalata, il polline dei fiori, le vitamine.
Quindi, anche se chemioterapia è un termine molto generico, spesso viene utilizzato per indicare in modo specifico quei farmaci oncologici in grado di distruggere le cellule tumorali, specialmente quelle che si dividono rapidamente.
La chemioterapia è una strategia terapeutica che si è sviluppata nella seconda metà del 900 ma ancora oggi, con le dovute modifiche e i dovuti accorgimenti, ci permette di trattare o anche di guarire diversi tipi di tumori. La chemioterapia è un tipo di terapia sistemica, al pari di qualunque farmaco assunto per bocca o per vena.
Ma cosa significa esattamente terapia sistemica?
Indica la capacità del farmaco di agire a livello di tutto il corpo, ovunque ce ne sia bisogno.
Prima di soffermarci sui possibili effetti collaterali, scopriamo come funziona la chemioterapia. Di questa, infatti, ne esistono diversi tipi. Ognuno di questi ha un suo preciso meccanismo d’azione e un’efficacia preferenziale per alcuni tumori. Pertanto è importante scegliere il chemioterapico giusto per il giusto momento e contesto clinico in cui si trova la persona. Al fine di massimizzare l’efficacia e ridurre i possibili effetti collaterali, ogni chemioterapico dovrà essere somministrato secondo un preciso schema, cioè con una dose specifica, tempi ben definiti di infusione e ad intervalli regolari. Per esempio, l’infusione può essere di 100 milligrami somministrati in un’ora una volta ogni settimana.
Ma, come funzionano questi farmaci?
Essenzialmente distruggono le cellule tumorali e, per realizzare questo obiettivo, ogni chemioterapico utilizza una strategia diversa: alcuni rompono le sostanze di cui sono fatte le cellule tumorali, altri impediscono che le cellule tumorali si moltiplichino, bloccandole in uno stato di simil-pietrificazione. Altri ancora tolgono il cibo biologico di cui si nutre il tumore, facendolo, per così dire, morire di fame.
La chemioterapia, pertanto, rappresenta un tassello terapeutico importante e, in alcuni casi, è insostituibile. In alcune situazioni specifiche, inoltre, può essere utilizzata insieme ad altri tipi di farmaci, come l’immunoterapia o i farmaci a bersaglio molecolare. La combinazione di più di tipi di terapie può offrire il vantaggio di incrementare ulteriormente l’efficacia dei singoli farmaci.
Passiamo adesso a discutere gli effetti collaterali.
Come abbiamo visto prima, la chemioterapia tende ad agire sulle le cellule che si dividono rapidamente, tipicamente quelle dei tumori. Tuttavia esistono anche altre cellule sane del nostro corpo che, replicandosi rapidamente, potrebbero subire un’interferenza.
Questo è il meccanismo principale alla base degli effetti avversi dei chemioterapici.
Vediamo insieme quali sono allora questi effetti, che comunque non è detto debbano comparire o, anche in caso di comparsa, possono essere lievi o gestibili mediante rimedi specifici. In generale, è importante notare che esistendo molti tipi di chemioterapici, gli effetti avversi possono essere diversi per ognuno di questi farmaci.
È bene confrontarsi con il proprio oncologo per avere un’idea più chiara a riguardo. Un altro suggerimento utile è quello di segnalare precocemente al proprio medico la comparsa di eventuali disturbi, facilitando in questo modo la cura del sintomo.
Uno degli effetti collaterali che nell’immaginario collettivo si associa alla chemioterapia è la caduta dei capelli. Però, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non tutti i chemioterapici causano questo effetto. Anche l’entità della perdita può variare da persona a persona e a volte ci può essere solo un diradamento. In ogni caso, una volta terminata la terapia, i capelli ricresceranno.
Come abbiano visto poco fa, poiché la chemioterapia tende ad interferire con le cellule che si dividono rapidamente, come quelle del tumore, potrebbe infastidire anche alcune presenti nel midollo osseo che sono deputate alla produzione continua dei [calo di] globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine.
Alcuni tipi di terapie potrebbero ridurre temporaneamente le quantità queste cellule, che comunque verranno monitorate con regolari esami del sangue. Il calo dei globuli rossi potrebbe contribuire a causare un po’ di stanchezza, disturbo che comunque può manifestarsi per alcuni giorni dopo la chemioterapia e migliorando poi spontaneamente.
Un altro disturbo che potrebbe essere causato da alcuni chemioterapici riguarda l’irritazione del tratto digestivo che può manifestarsi con afte del cavo orale, nausea, vomito o diarrea. Fortunatamente però, in caso di comparsa di nausea, vomito o diarrea, abbiamo a disposizione trattamenti specifici molto efficaci. Inoltre, prima della somministrazione della chemioterapia l’oncologo potrebbe prescrivere dei farmaci preventivi proprio per evitare che compaiano nausea o vomito.
Infine, alcuni chemioterapici potrebbero indebolire o irritare le unghie, la pelle intorno alle unghie o la pelle in generale. Spesso, comunque, questo disturbo è di modesta entità e può migliorare con l’applicazione di prodotti specifici.
Giunti a questo punto del video, apriamo una breve parentesi sulla via di somministrazione della chemioterapia.
I due metodi di somministrazione più frequenti sono quello per via orale e quello per vena. Nel primo caso, il chemioterapico viene assunto per bocca come qualsiasi altro farmaco. Per l’orario migliore di assunzione, per sapere se è bene prenderlo vicino o lontano dai pasti o altri accorgimenti specifici è importante rivolgersi al proprio oncologo.
La somministrazione per vena, la più frequente tra le due, viene utilizzata per quei chemioterapici che non possono essere assunti per bocca. A volte è possibile usare una vena dell’avambraccio, ma più spesso e soprattutto con alcuni chemioterapici, è preferibile mettere un accesso venoso centrale, cioè un piccolo catetere attraverso cui somministrare il farmaco in modo agevole ed estremamente sicuro. Esistono diversi tipi di accessi venosi centrali, ognuno dei quali chiamato con nomi diversi come PICC, PICC-PORT, CICC e PORT. Per maggiori informazioni su questi dispositivi potrete trovare un nostro video dedicato e, soprattutto, chiedere al vostro oncologo.
Come abbiamo visto, le chemioterapie moderne mostrano un buon profilo di sicurezza e di efficacia. Gli effetti collaterali non sempre si manifestano, quando compaiono sono spesso di entità moderata o comunque gestibili con rimedi specifici. Sul fronte dell’efficacia, le chemioterapie moderne hanno dimostrato di migliorare in modo significativo il controllo dei tumori e anche di favorire, in alcuni contesti, la guarigione.
Bene, spero che questo video introduttivo vi sia stato utile. Se volete potete lasciare un commento oppure condividere il video. Se avete delle domande o delle curiosità scriveteci pure qui sotto.
Un saluto dal CRO e ci vediamo nel prossimo video.

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