Fulvestrant e inibitori CDK4 e 6

Fulvestrant e inibitori CDK4 e 6

Il video di questo materiale informativo sarà disponibile prossimamente

Parleremo di una terapia antiormonale per il tumore della mammella costituita dall’associazione di due famiglie di farmaci: i degradatori dei recettori degli estrogeni, come il Fulvestrant e gli inibitori delle proteine CDK4 e 6 come il Palbociclib, il Ribociclib o l’Abemaciclib.
Cerchiamo di capire insieme come funzionano, perché vengono dati insieme e cosa dobbiamo assolutamente sapere.

Come agiscono?

Per personalizzare il trattamento delle pazienti con tumore della mammella ci si basa sulla presenza, nel tumore, di recettori ormonali, cioè recettori degli estrogeni e del progesterone e del recettore HER2. In questo video ci focalizzeremo su quei tumori che possiedono alti livelli di recettori ormonali, ma non di recettori HER2.

Come abbiamo visto precedentemente nel video dedicato ai trattamenti antiormonali, gli ormoni sono sostanze che vengono prodotte da cellule di organi diversi per coordinare specifiche funzioni.
Nelle donne in età fertile estrogeni e progesterone vengono prodotti dalle ovaie per regolare i cambiamenti legati ai cicli mestruali e alla gravidanza, ma anche al metabolismo ed alla salute delle ossa.
Dopo la menopausa, le ovaie smettono di funzionare ma i livelli di estrogeni e progesterone, sebbene significativamente più bassi, non si azzerano mai.
Anche questi livelli bassi di ormoni però sarebbero in grado di promuovere la crescita dei tumori che hanno alti livelli di recettori degli estrogeni e del progesterone.

Il Fulvestrant svolge la sua azione antitumorale degradando il recettore degli estrogeni. Per rendere l’azione del Fulvestrant ancora più efficace, vengono somministrati dei farmaci chiamati Palbociclib, Ribociclib o Abemaciclib.
Questi farmaci bloccano l’attività̀ di proteine note come chinasi ciclina-dipendenti (CDK) 4 e 6, che svolgono un ruolo chiave nel regolare la crescita e la divisione delle cellule.
Questa strategia di somministrazione combinata viene definita di sinergia perché ammesso che l’azione del Fulvestrant sia pari a 1 e quella dell’inibitore di CDK4 e 6 pari a 1, la somma dell’azione dei due farmaci non sarà pari a 2 ma 3.
In età fertile le ovaie controllano i livelli di estrogeni in modo molto stretto e tentativi di alterarne i livelli con farmaci antiormonali risultano inefficaci. Di conseguenza, nelle donne non ancora in menopausa è possibile utilizzare questi farmaci solo dopo aver messo in pausa le ovaie grazie a farmaci come la Triptorelina, che viene somministrata come punture ogni 28 giorni.

Come si assumono?

Il Fulvestrant viene somministrato come una iniezione intramuscolare da eseguire 1 volta ogni 28 giorni, ad eccezione del primo mese dove viene fatto un richiamo dopo i primi 14 giorni.

La somministrazione degli inibitori di CDK4 e 6, invece, cambia lievemente in base a quale dei tre farmaci, cioè Palbociclib, Ribociclib e Abemaciclib, viene scelto.
Vediamoli insieme nello specifico.

Il Palbociclib è una compressa da assumere 1 volta al giorno alla stessa ora consecutivamente per 21 giorni, seguiti da 7 giorni di pausa. In caso di vomito o dimenticanza la compressa non va recuperata.
Dopo la pausa segue una visita con l’oncologo dove, visti gli esami del sangue e gli effetti indesiderati sperimentati durante i 21 giorni di trattamento, si decide se si può ricominciare l’assunzione di Palbociclib.
L’unica eccezione è rappresentata dal primo ciclo, dove viene fatta una visita anche al 14esimo giorno per aggiornarsi sugli eventuali effetti indesiderati.
La dose del farmaco può essere ridotta per esempio in caso di comparsa di effetti indesiderati.
In quel caso la compressa viene sostituita con un’altra con un dosaggio diverso, ma i giorni in cui assumerla non cambiano.

Similmente al Palbociclib, anche il Ribociclib viene assunto 1 volta al giorno alla stessa ora consecutivamente per 21 giorni, seguiti da 7 giorni di pausa ma, invece di essere 1 compressa sono 3 compresse da assumere insieme.
In caso di vomito o dimenticanza le compresse non vanno recuperate. Dopo la pausa segue una visita con l’oncologo dove, visti gli esami del sangue e gli effetti indesiderati sperimentati durante i 21 giorni di trattamento, si decide se si può ricominciare l’assunzione.
L’unica eccezione è rappresentata dal primo ciclo, dove viene fatta una visita anche al 14esimo giorno per aggiornarsi sugli eventuali effetti indesiderati e per controllare il ritmo del cuore con un elettrocardiogramma.
Anche per Ribociclib la dose può essere ridotta in base a come viene tollerato, ma in questo caso si riducono il numero di compresse da assumere ogni giorno.

Abemaciclib ha delle modalità diverse rispetto a Palbociclib e Ribociclib. In questo caso il farmaco viene assunto come 1 compressa ogni 12 ore ogni giorno, continuativamente senza pausa.
In caso di vomito o dimenticanza le compresse non vanno recuperate.
Similmente a Ribociclib e Palbociclib, ogni 28 giorni viene effettuata una visita con l’oncologo dove, visti gli esami del sangue e gli effetti indesiderati sperimentati durante il trattamento, si decide se si può ricominciare l’assunzione.
L’unica eccezione è rappresentata dal primo ciclo, dove viene fatta una visita anche al 14esimo giorno per aggiornarsi sugli eventuali effetti indesiderati.
Anche in questo caso la dose può essere ridotta in base ad alcuni criteri. e verranno usate compresse a dosaggio inferiore da assumere sempre ogni 12 ore.

Palbociclib, Ribociclib ed Abemaciclib possono essere assunte con o senza cibo, ma è importante non assumere Erba di San Giovanni o iperico e pompelmo, arance di Siviglia e melograno sia in forma di frutta fresca sia come succhi, centrifugati o estratti.
La loro assunzione, infatti, interferisce con i meccanismi che servono per smaltire questi farmaci con un conseguente loro accumulo che può determinare l’insorgenza di tossicità, cioè l’aumento degli effetti indesiderati.

Gli effetti indesiderati

L’effetto indesiderato più comune di Palbociclib, Ribociclib e Abemaciclib è l’abbassamento dei livelli di globuli bianchi, in particolare dei neutrofili.
A differenza di quanto accade con la chemioterapia, dove i globuli bianchi vengono uccisi dal trattamento, in questo caso la loro produzione viene solo rallentata.
Questo rende inutili punture per stimolare la produzione di globuli bianchi, come viene a volte fatto per alcuni tipi di chemioterapia.

Altri effetti indesiderati possono essere lo sfoltimento dei capelli, ma non la loro perdita completa, l’alterazione di alcuni enzimi del fegato, bassi livelli di fosfato nel sangue, denominati ipofosfatemia e la comparsa di irritazione della pelle, denominata rash.

Ribociclib molto raramente può causare delle alterazioni nella conduzione della contrazione del cuore, chiamato allungamento del QT, una condizione che può determinare problemi cardiologici ma che viene monitorata dal proprio oncologo fin da quando si avvia il trattamento.
Abemaciclib, invece, può dare più facilmente diarrea. In questo caso è importante assumere subito un farmaco a base di Loperamide per bloccare questa condizione.
La modalità migliore è iniziare con 2 compresse di Loperamide e, successivamente, 1 compressa dopo ogni scarica, fino ad un massimo di 8 compresse al giorno.

Gli effetti indesiderati del Fulvestrant sono quelli legati alla menopausa che è la condizione in cui gli estrogeni si riducono. I più frequenti sono: le vampate di calore, le sudorazioni notturne, la rigidità e il dolore alle articolazioni, la secchezza e l’irritazione vaginale, la diminuzione del desiderio sessuale, i disturbi del sonno, la diminuzione del contenuto di calcio delle ossa e l’aumento del colesterolo.

Abbiamo visto insieme come il Fulvestrant e gli inibitori di CDK4 e 6 vengono assunti e i loro possibili effetti indesiderati. Questi sono, per l’appunto, possibili, cioè non è detto che si manifestino. Nella maggior parte delle persone questa terapia permette, infatti, di mantenere uno stile di vita normale, in quanto anche in presenza delle alterazioni negli esami del sangue , non dovrebbero esserci sintomi percettibili.

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