Vedi il video in un’altra finestra
Oggi parleremo di un farmaco oncologico chiamato eribulina.
Che farmaco è? Come funziona? Quali sono i suoi possibili effetti collaterali? Scopriamolo insieme!
Eribulina è un farmaco chemioterapico di origine sintetica che distrugge le cellule tumorali bloccandone la moltiplicazione.
È simile all’alicondrina B, un prodotto naturale isolato da una spugna marina.
eribulina è indicata per il trattamento del tumore maligno della mammella, che non è operabile.
È utilizzata anche per il trattamento del liposarcoma, un tumore maligno del tessuto adiposo, non è operabile.
L’eribulina viene somministrata ciclicamente per via endovenosa.
Un ciclo di trattamento con eribulina ha una durata complessiva di 21 giorni, durante i quali la somministrazione del farmaco avviene solo nei giorni 1 e 8 del ciclo stesso. Generalmente il trattamento viene proseguito fino a che vi sia un beneficio e una buona tolleranza.
Se avete necessità di sapere di più sulla durata e sulle tempistiche di somministrazione di questo farmaco, consiglio di rivolgervi al vostro oncologo, il quale vi darà maggiori dettagli a riguardo.
L’infusione endovenosa di eribulina ha una breve durata, generalmente nell’arco di 2-5 minuti. A questo tempo, bisognerà eventualmente aggiungere una decina di minuti necessari all’infusione di farmaci di premedicazione, di cui diremo a breve.
Quali sono i possibili effetti collaterali dell’eribulina?
È doveroso a riguardo fare una piccola ma importante premessa: la tolleranza e quindi la frequenza e l’intensità degli effetti indesiderati variano da persona a persona, per cui non è possibile prevedere prima dell’inizio del trattamento quali saranno gli effetti indesiderati che la specifica persona potrà manifestare. Inoltre è possibile che non si verifichino effetti indesiderati, ad eccezione della caduta dei capelli.
Vi consiglio di informare sempre il vostro oncologo di qualunque effetto indesiderato che ritenete possa essere causato dalla terapia che state ricevendo.
In generale, eribulina è un farmaco ben tollerato; quando si manifestano, gli effetti indesiderati si presentano in forma leggera o moderata; raramente sono severi.
Tra gli effetti collaterali più comuni segnaliamo:
- La caduta dei capelli: questo effetto si manifesta di solito dopo 15-20 giorni dalla prima somministrazione di eribulina; in qualche raro caso si manifesta anche prima. I capelli possono cadere completamente oppure semplicemente diradarsi.
Anche le ciglia, le sopracciglia e altri peli corporei possono diradarsi o cadere. Il fenomeno, nel complesso, è comunque temporaneo e i capelli, come la restante peluria corporea, cominceranno a ricrescere una volta che il trattamento si sarà concluso. - Le parestesie: si tratta di una condizione generata da un’irritazione dei nervi, che si manifesta gradualmente nel corso delle settimane con formicolii, soprattutto alle mani e ai piedi. Generalmente, all’inizio le parestesie tendono ad essere intermittenti; con il susseguirsi delle somministrazioni potrebbero diventare continue e più intense.
Una volta terminata la chemioterapia con eribulina, il disturbo migliorerà progressivamente. È importante segnalare al proprio oncologo questo sintomo perché, in alcuni casi, potrebbe essere necessario ridurre un po’ la dose della terapia per evitare un’irritazione eccessiva dei nervi che potrebbe rendere permanente tale disturbo. - La soppressione della funzionalità del midollo osseo, che potrebbe essere caratterizzata dalla comparsa di un:
- Temporaneo calo dei globuli bianchi, chiamato tecnicamente leucopenia, in particolare dei neutrofili (in tal caso neutropenia), ovvero di una categoria di globuli bianchi deputati alla difesa dell’organismo soprattutto dalle infezioni batteriche
- Temporaneo calo dei globuli rossi, in particolare dell’emoglobina, determinando la comparsa di anemia, che solitamente si associa ad una sensazione di spossatezza fisica generalizzata
- Temporaneo calo delle piastrine, chiamato tecnicamente piastrinopenia: le piastrine sono delle cellule del sangue impegnate nel processo della coagulazione; la piastrinopenia potrebbe associarsi ad una maggiore tendenza a sviluppare lividi, ematomi ed emorragie
La temporanea riduzione dei globuli bianchi, dei globuli rossi e/o delle piastrine, può manifestarsi circa sette giorni dopo la somministrazione del farmaco, raggiungendo usualmente i valori minimi tra il 10° ed il 14° giorno del ciclo, per poi ricominciare a salire fino a normalizzarsi nel giro di 21-28 giorni dalla somministrazione. - La nausea e il vomito: seppur oggi rari e meno frequenti, grazie all’infusione concomitante alla chemioterapia di farmaci collaterali che li prevengono, detti “farmaci antiemetici”, potrebbero comunque manifestarsi nei 3-4 giorni successivi la somministrazione di eribulina. In genere sono di lieve entità e ben controllati da farmaci di comune utilizzo, come la metoclopramide, da assumere al bisogno.
- La disgeusia ovvero l’alterazione dei gusti e degli odori; è un effetto indesiderato che si manifesta dopo qualche giorno dalla prima somministrazione di eribulina.
Una volta completato il trattamento la percezione dei gusti e degli odori generalmente ritorna normale. In rari casi si manifesta in maniera importante, tanto da compromettere la corretta alimentazione e provocare un calo del peso corporeo; in tal caso è fondamentale informare il proprio oncologo per individuare dei corretti suggerimenti dietetici, anche con l’aiuto di un nutrizionista dedicato.
Qualora si riscontrasse una netta diminuzione di queste cellule del sangue, l’oncologo potrebbe decidere di rinviare la somministrazione del farmaco di qualche giorno per permettere un loro pieno e adeguato recupero.
Nei rari casi in cui il calo dei globuli bianchi sia particolarmente marcato o prolungato nel tempo, tanto da interferire con la corretta tempistica di somministrazione del farmaco, è possibile effettuare delle iniezioni sottocute di farmaci chiamati fattori di crescita granulocitari che aiutano il midollo osseo a ripristinare i corretti livelli dei globuli bianchi.
Qualora dovesse comparire febbre (temperatura corporea oltre i 38°C) o notaste la comparsa di lividi o emorragie non altrimenti spiegabili, è consigliabile una rapida valutazione del medico.
L’eribulina, come qualsiasi altro farmaco, può provocare reazioni allergiche sia durante, sia al termine sia nelle ore immediatamente successive alla sua somministrazione; i sintomi di una reazione allergica possono essere variabili; potrebbero manifestarsi, infatti: un’eruzione sulla pelle più o meno diffusa associata a prurito, la comparsa di febbre, brividi, rossore in volto, vertigini, mal di testa, mancanza o difficoltà nel respiro.
Questi sintomi possono manifestarsi in forma lieve o in forma severa; in quest’ultimo caso richiedono un trattamento medico appropriato che verrà effettuato in modo tempestivo.
Un’ultima considerazione è dedicata alle donne che non sono ancora andate in menopausa. Il trattamento potrebbe facilitare o accelerare la comparsa di menopausa, bloccando il ciclo mestruale. A volte, anche in relazione all’età della donna, se il ciclo si è fermato durante il trattamento, una volta terminato questo potrebbe riprendere.
È comunque importante segnalare che, seppur in assenza di ciclo mestruale, per tutta la durata della terapia, dovrà essere mantenuta un’adeguata contraccezione con metodi di barriera.
Spero che questo video vi possa essere stato utile e che abbia acceso in voi qualche spunto interessante. Se così fosse, potete condividerlo sui vostri profili social, lasciare un commento, scrivere delle domande o curiosità qui sotto; noi saremo ben lieti di rispondervi.
Dal CRO vi salutiamo e vi aspettiamo nel prossimo video.