I farmaci antitumorali: le terapie con inibitori BRAF/MEK

I farmaci antitumorali: le terapie con inibitori BRAF/MEK

Il video di questo materiale informativo sarà disponibile prossimamente

Oggi parleremo di tre terapie oncologiche molto simili tra di loro chiamatate Dabrafenib-Trametinib, Encorafenib-Binimetinib e Vemurafenib-Cobimetinib. Cosa sono? Come funzionano? Cosa dobbiamo assolutamente sapere? Scopriamolo!

Come funzionano queste terapie?

Ognuna di queste tre terapie è costituita da una combinazione di due farmaci, di cui uno è in grado di bloccare una proteina tumorale chiamata BRAF mentre l’altro blocca una proteina chiamata MEK.
Bloccando contemporaneamente queste due proteine è possibile uccidere le cellule tumorali e bloccare le loro strategie di crescita.
Tutte e tre le terapie vengono utilizzate per trattare i melanomi ma con alcune differenze.
Dabrafenib-Trametinib può essere impiegata per controllare o ridurre la malattia se questa non è operabile oppure come trattamento preventivo per aumentare la probabilità di guarigione nel caso in cui il melanoma sia stato operato.
Encorafenib-Binimetinib e Vemurafenib-Cobimetinib invece sono usate per controllare o ridurre la malattia quando questa non è operabile.

Quando si usa questa terapia?

Come sempre in oncologia, è importante offrire dei trattamenti personalizzati per la persona. In questo caso, tutte e tre le terapie possono essere utilizzate solo in quei melanomi che presentano una mutazione della proteina BRAF.
La presenza di una mutazione di BRAF viene indicata, se presente, nell’esame istologico. Per saperne di più potete chiedere al vostro oncologo di fiducia.

Come viene somministrata questa terapia?

Vediamo ora come funziona la somministrazione delle terapie.
Tutte e tre le combinazioni prevedono delle pastiglie da assumere per bocca, con alcune differenze.
Per Dabrafenib-Trametinib sono di Dabrafenib due capsule da 75 mg da assumere due volte al giorno ore 8 e 20 e di Trametinib una compressa da 2 mg da assumere una volta al giorno, tutti i giorni. Entrambi i farmaci vanno assunti lontano dai pasti, quindi almeno un’ora prima o almeno due ore dopo i pasti.
Nel caso di Encorafenib-Binimetinib, si assumono insieme 6 capsule da 75 mg di Encorafenib una volta al giorno mentre di Binimetinib 3 compresse da 45 mg alle ore 8 e 20.
Infine, per la combinazione Vemurafenib-Cobimetinib, Vemurafenib si assume con 4 compresse da 240 mg due volte al giorno ore 8 e 20 mentre Cobimetinib viene assunto con 3 compresse da 20 mg una volta al giorno per 21 giorni consecutivi seguiti da una settimana di pausa. Vemurafenib dev’essere assunto lontano dai pasti.

Quali sono gli effetti indesiderati di queste terapie?

Passiamo adesso agli effetti collaterali di questa terapia e alla loro gestione. Per chi è interessato, segnalo che potrete trovare nostri video completamente dedicati ai disturbi più frequenti causati dalle terapie oncologiche. La prima considerazione da fare è che tutte e tre le combinazioni sono sicure e nel complesso molto ben tollerate. Gli effetti collaterali spesso neanche si manifestano e, qualora presenti, di solito sono in forma leggera al punto da non richiedere terapie supplementari. Meno frequentemente può essere necessario adottare alcuni accorgimenti o assumere dei farmaci specifici per gestire gli eventuali disturbi.

Sebbene ognuna delle terapie può avere effetti collaterali unici, la maggior parte sono comuni a tutte e tre. Vediamo qui prima quest’ultimi e poi quelli specifici.

In corso di terapia, soprattutto nei tre mesi iniziali, potrebbe comparire la febbre. Questa può essere facilmente gestita attraverso la sospensione temporanea del trattamento fino alla risoluzione del sintomo, che generalmente avviene in uno-due giorni.
Dopo circa 24 ore dalla defervescenza è possibile riprendere il trattamento. Il paracetamolo, se non controindicato, è un valido strumento per gestire il sintomo.
Durante il trattamento potrebbero manifestarsi anche stanchezza, un leggero calo dell’appetito e dei doloretti muscolo-articolari.
Questi disturbi potrebbero trovare beneficio con una leggera attività fisica, qualora non vi siano controindicazioni. Inoltre, potrete confrontarvi con il vostro oncologo o nutrizionista per eventuali accorgimenti dietetici da adottare.
Tutti e tre i trattamenti potrebbero causare diarrea, generalmente molto modesta, comunque.
Nausea e vomito, invece, sono meno tipici di Dabrafenib-Trametinib rispetto agli altri due. In caso di diarrea, nausea o vomito, potete confrontarvi con il vostro oncologo per la terapia più appropriata.
Storicamente, quando queste terapie oncologiche non venivano effettuate con due farmaci ma con solo Dabrafenib, Encorafenib e Vemurafenib, fu riscontrato un aumento dei tumori maligni della pelle e di altre alterazioni cutanee come ipercheratosi e rash cutanei.
Questo disturbo, tuttavia, appare assai ridimensionato dall’aggiunta del secondo farmaco, cioè Trametinib, Binimetinib e Cobimetinib che è in grado di aumentare la tolleranza alla terapia.
Nel caso di Encorafenib-Binimetinib, va comunque segnalata la possibilità di un arrossamento dei palmi delle mani e delle piante dei piedi, la cosiddetta eritrodisestesia palmoplantare. Questa può trovare beneficio con l’applicazione topica di creme all’urea.

Queste terapie non causano la caduta completa dei capelli ma, in alcune persone, potrebbe notarsi un leggero indebolimento o la rarefazione dei capelli stessi. Sempre in relazione ad effetti avversi poco frequenti, si segnala un possibile affaticamento del fegato, del cuore o degli occhi. Nonostante siano disturbi rari, saranno comunque monitorati con regolari visite oncologiche, esami del sangue, controlli cardiologici e oculistici.

Parlando di effetti collaterali specifici, Dabrafenib-Trametinib ed Encorafenib-Binimetinib potrebbero, raramente, causare un affaticamente polmonare ma, anche in questo caso, l’eventuale comparsa del disturbo sarà monitorata durante le visite oncologiche.
È importante, tuttavia, segnalare l’eventuale comparsa di tosse secca persistenze al proprio medico.
In corso di terapia con Encorafenib-Binimetinib potrebbe manifestarsi un leggero mal di testa o si potrebbe verificare un aumento dei valori pressori.
Per questa ragione è utile tenere un diario pressorio monitorando almeno su base settimanale tale parametro. Infine, per quanto riguarda Vemurafenib-Cobimetinib, si segnala una maggior sensibilità ai raggi ultravioletti solari con conseguente maggior facilità a bruciarsi per cui è bene evitare l’esposizione solare diretta soprattutto nelle ore più calde della giornata; un secondo disturbo, raro, è l’irrigidimento delle mani.
In caso di comparsa di tale effetto collaterale è importante segnalarlo al proprio oncologo per eventuali modifiche della terapia.

Come abbiamo visto, fintanto che si effettuano questi trattamenti, l’eventuale comparsa di effetti collaterali sarà monitorata con regolari visite oncologiche e, prima di ogni somministrazione, saranno effettuati degli esami del sangue.
Il vostro oncologo potrebbe chiedervi anche dei controlli cardiologici o oculistici. In generale, in caso di sintomatologia severa o prolungata è importante cercare immediatamente attenzione medica.

Infine, un piccolo suggerimento: fintanto che si effettua una di queste terapie è suggeribile evitare l’utilizzo di pompelmo perché potrebbe aumentare la probabilità di comparsa di effetti collaterali.

Abbiamo visto insieme gli effetti collaterali possibili correlati alla terapia. Ci tengo a risottolineare che questi sono, per l’appunto, possibili, cioè non è detto che debbano manifestarsi. E, infatti, nella maggior parte delle persone questa terapia ha una buona tolleranza e permette di mantenere uno stile di vita assolutamente normale.

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