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Oggi parleremo di una condizione chiamata anemia. Cos’è? Cosa comporta? Da cosa è causata e come possiamo trattarla? Scopriamolo insieme!
Per anemia si intende una diminuzione di emoglobina nel sangue, al di sotto di 11 grammi per decilitro. L’emoglobina è una proteina che si trova nel sangue, è contenuta nei globuli rossi e grazie al suo contenuto di ferro dà la colorazione rossa al sangue. L’emoglobina è cruciale per il trasporto dell’ossigeno dai polmoni a tutti i tessuti del nostro corpo.
Possiamo quindi immaginare come una diminuzione dell’emoglobina possa portare al tipico pallore delle persone anemiche e ad altri disturbi come difficoltà a respirare, facile faticabilità e, per diminuzione estrema, a condizioni più gravi come danni al cuore e al cervello.
In ambito oncologico, l’anemia può avere molteplici cause che possono anche associarsi tra di loro, in quello che tecnicamente si chiama causa multifattoriale. Per esempio, la presenza di tumore dell’apparato gastrointestinale può portare ad una perdita lieve ma continua di sangue attraverso le feci. Questa condizione può essere alla base di un’anemia da stillicidio ematico, cioè da lieve perdita continua di sangue e da carenza di ferro.
Altre volte l’anemia è causata dalla malattia oncologica stessa (ad esempio un linfoma o una leucemia) o dai farmaci antitumorali. Anche la radioterapia se effettuata nelle regioni dove è presente midollo osseo (ad esempio il bacino) determina una diminuzione dell’emoglobina nel sangue.
I trattamenti oncologici infatti, colpendo le cellule nel loro processo di divisione e moltiplicazione, spesso finiscono con il danneggiare oltre alle cellule tumorali, anche le cellule sane del midollo osseo che sono responsabili della produzione delle cellule del sangue, tra cui i globuli rossi che contengono emoglobina. Il danno alle cellule sane del midollo è tuttavia temporaneo e le pause tra una terapia e l’altra consentono al midollo di rigenerarsi.
Più raramente l’anemia è causata da malnutrizione e da carenza di micronutrienti come ferro, vitamina B12 e folati o da insufficienza renale cronica, una condizione in cui i reni non riescono più a svolgere correttamente la loro funzione.
La persona anemica si presenta pertanto pallida, ansimante e costantemente stanca, ma va sottolineato come la presenza di questi sintomi sia legata alla velocità con la quale l’anemia si verifica e alla conseguente capacità del nostro corpo di adattarsi a questa condizione. Per esempio, se l’anemia è causata sa una perdita ematica copiosa e veloce la persona avvertirà subito i sintomi anche per valori di emoglobina non particolarmente bassi. Al contrario, se questo processo sarà lento e graduale, la persona potrà avvertire pochi sintomi o addirittura non avvertirli.
Va da sé che il trattamento e la gestione dell’anemia dipendono, oltre che dal valore di emoglobina nel sangue, dall’eventuale presenza di sintomi o di malattie concomitanti che possono rendere pericoloso un abbassamento dell’emoglobina nel sangue.
Per livelli di emoglobina tra i 10 e 11 grammi per decilitro, nella persona asintomatica, può non essere necessario intraprendere trattamenti specifici, specie se si è già escluso una carenza di ferro o di vitamina B12. Al contrario, nel caso si confermi una loro carenza è sufficiente integrare con farmaci o integratori per bocca o, in specifiche situazioni con farmaci endovena.
In caso di emoglobina inferiore a 10 grammi per decilitro e in presenza dei sintomi appena descritti o di di malattie del cuore (come un pregresso infarto cardiaco), può rendersi necessario il ricorso a trasfusioni di sangue, messo a disposizione da donatori. Ricordiamo che le trasfusioni sono procedure sicure ed efficaci che si possono eseguire in ambulatorio. Oggi, infatti, il sangue viene strettamente controllato per verificare che non sia portatore di infezioni gravi, come l’epatiti o l’HIV.
Talvolta, durante un trattamento oncologico, per il trattamento di un’anemia cronica , il medico potrebbe proporvi di ricorrere all’uso di fattori di crescita eritrocitari. Si tratta di farmaci che si somministrano a domicilio generalmente 1 volta alla settimana per via sottocutanea e che vanno a stimolare la produzione di globuli rossi del midollo. Generalmente l’uso di questi farmaci si interrompe quando i livelli di emoglobina tornano nella norma. L’uso di fattori di crescita è controindicato nei pazienti a rischio di trombosi.
Va precisato che nella maggior parte dei casi l’anemia indotta dai trattamenti oncologici è di lieve o moderata entità, e generalmente si risolve con una pausa dai trattamenti.
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