L’eritrodisestesia palmo-plantare

L’eritrodisestesia palmo-plantare

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L’eritrodisestesia palmo-plantare, conosciuta più comunemente come “sindrome mano-piede”, è un frequente effetto collaterale causato da alcuni farmaci utilizzati nel trattamento di diverse tipologie di tumore, come quelli del tratto gastro-intestinale e della mammella.

Quali farmaci la causano?
I chemioterapici che più frequentemente possono causare tale disturbo sono: il 5-fluorouracile, la capecitabina, la doxorubicina liposomiale e il docetaxel. Il dabrafenib ed il trametinib, due farmaci biologici “intelligenti” ovvero diretti contro specifici bersagli molecolari, oggi utilizzati nel trattamento del melanoma maligno, sono tra i farmaci biologici che più di frequente possono causare la comparsa di questo disturbo.

Che cos’è l’eritrodisestesia palmo-plantare?
L’eritrodisestesia palmo-plantare si caratterizza per un insieme di segni e sintomi che coinvolgono le mani ed i piedi, in particolare i palmi delle mani e la pianta dei piedi, anche se spesso si associano anche disturbi a carico degli annessi cutanei, come le unghie. Il processo che porta allo sviluppo di tale disturbo ed i sintomi che lo caratterizzano sono diversi a seconda della categoria di farmaco impiegata.
Nel caso della chemioterapia, sembra che l’accumulo del chemioterapico a livello del palmo della mano e della pianta dei piedi sia responsabile della “sindrome mano-piede”; pertanto possiamo considerarlo un “effetto dose-dipendente”, tant’è che alla sospensione della chemioterapia, i sintomi tendono a risolversi nell’arco di qualche settimane senza complicazioni permanenti.
La “sindrome mano-piede” comporta prima la comparsa di formicolio, al quale segue la sensazione di intorpidimento prima e bruciore poi ai palmi delle mani o alla pianta dei piedi fino, in alcuni rari casi, a sfociare in una sensazione di dolore vero e proprio.
La pelle si arrossa progressivamente, diventa secca, con una maggiore tendenza allo sviluppo di piccole ferite superficiali che tardano a cicatrizzare; qualche volta, soprattutto a livello dei piedi, si può notare anche la comparsa di callosità o di aree con pelle più spessa, tecnicamente note come aree di ipercheratosi.
Potrebbe anche associarsi prurito e, nei casi più severi, potrebbe comparire gonfiore alle dita delle mani e dei piedi, tale da interferire con il normale svolgimento delle comuni attività quotidiane.
L’eritrodisestesia palmo-plantare da farmaci biologici come il dabrafenib ed il trametinib, si manifesta invece tra la 2ª e la 4ª settimana dall’inizio della terapia sotto forma di lesioni ipercheratosiche con un alone infiammato attorno, che possono poi evolvere in bolle dure con perdita della pelle superficialmente; tali alterazioni tendono a concentrarsi maggiormente nelle zone di pressione, appoggio e di sfregamento come i talloni, le porzioni laterali della pianta dei piedi oppure su calli e duroni pre-esistenti. Possono anche svilupparsi arrossamento e secchezza delle mani e dei piedi, con associata sensazione di bruciore localizzato in questa sede.

Come si previene?
Come posso prevenire questo effetto collaterale?
È molto importante cercare di idratare la pelle, soprattutto di mani e piedi, utilizzando una crema idratante ricca, da applicare almeno 2-3 volte al giorno; allo stesso tempo è bene evitare l’utilizzo di detergenti per la cura della persona troppo aggressivi.
È consigliato, inoltre, indossare calze o indumenti di cotone insieme a scarpe morbide e comode che non stringano o comportino sfregamenti e pressioni sulle mani e sui piedi.
Un ulteriore suggerimento è quello di indossare dei guanti protettivi usa e getta, non troppo stretti, nello svolgimento delle faccende domestiche soprattutto per evitare il contatto diretto della pelle con detergenti aggressivi che potrebbero peggiorare i sintomi. Infine si raccomanda di evitare l’esposizione diretta al sole: i raggi solari rendono la pelle delle persone in trattamento con questi farmaci più sensibile allo sviluppo di disturbi; per cui è sempre consigliabile l’applicazione di creme protettive solari nelle zone esposte al sole.

Come si gestisce?

Ma se nonostante le misure di prevenzione l’eritrodisestesia palmo-plantare si sviluppano ugualmente, come posso trattarla?
È sicuramente raccomandato proseguire con le misure di prevenzione appena illustrate.
Inoltre, è fondamentale proseguire con l’idratazione costante e puntuale della pelle delle mani e dei piedi.
Quando compaiono i primi segni e sintomi, è consigliabile l’applicazione di creme idratanti lenitive a base di urea: ne esistono in commercio di varie tipologie, disponibili in diverse concentrazioni di urea (dal 5 al 10 al 20%).
La crema all’urea ha dimostrato di mitigare i disturbi e di migliorare in maniera significativa i sintomi dell’eritrodisestesia palmo-plantare.
È consigliabile, inoltre, effettuare manicure e pedicure professionali con l’obiettivo di limitare la formazione di calli e duroni, che possono complicarsi con la formazione di bolle e altre lesioni dolorose.
In qualche caso, quando i disturbi sono importanti, il medico oncologo potrebbe interrompere temporaneamente il trattamento per poi riprenderlo a miglioramento del quadro clinico, magari riducendo la dose del farmaco responsabile.

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