Sostanze naturali: informazioni ai pazienti in terapia
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Che cos’è
Lo zenzero, noto anche come ginger, è la radice sotterranea (rizoma) della pianta Zingiber officinale, appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae. Tale pianta è originaria del sud est asiatico, dove ancora oggi viene coltivata. Nella costa di Malabar in India viene prodotto, infatti, il 50% dello zenzero fresco commercializzato a livello mondiale. Altre zone di coltivazione si trovano, invece, in Jamaica, Messico, Perù e Nord America.
In commercio, il rizoma dello zenzero lo si può trovare allo stato fresco o essiccato, in polvere, candito o sotto forma di estratto, olio essenziale o tintura madre.
Uso nella medicina tradizionale e in cucina
L’uso medicinale dello zenzero risale all’antica Cina e India; riferimenti al suo utilizzo si trovano nelle farmacopee cinesi e nelle scritture della Medicina Ayurvedica. L’utilizzo in cucina fu scoperto, invece, solo in seguito, permettendo allo zenzero di raggiungere l’Europa. Il suo gusto fresco e pungente, infatti, lo rende ideale per aromatizzare bevande o per insaporire cibi, sotto forma di spezia. Infine, da millenni viene considerato un ottimo rimedio erboristico. Non a caso, secondo la medicina tradizionale cinese lo zenzero, noto in Cina con il nome Sheng Chiang, è indicato nella cura di raffreddore, febbre, disturbi gastrointestinali e infiammatori.
Uso nella medicina convenzionale
Vari studi hanno dimostrato l’efficacia dello zenzero nell’aiutare a ridurre la nausea e il vomito indotti da gravidanza, chemioterapia (CINV: vedi scheda gestione sintomi Nausea e vomito), interventi chirurgici e cinetosi, cioè mal d’auto, mal di mare, mal d’aria, etc. Inoltre, lo zenzero può essere utile nel trattamento dei dolori mestruali, articolari o associati ad artrite e nei disturbi gastro-intestinali.
Come agisce
Lo zenzero contiene 1.5-3% di olio essenziale del quale sono stati identificati, ad oggi, più di 150 componenti. Tra questi componenti troviamo gingeroli, shogaoli e galanolattone, che rappresentano i principali composti con proprietà anti-nausea e anti-vomito.
Nello specifico il galanolattone blocca i recettori della serotonina (noti anche come recettori 5HT3) che si trovano nel tubo digerente e sono coinvolti nella trasmissione dello stimolo della nausea e del vomito al cervello. Il gingerolo e lo shogaolo stimolano invece il flusso di saliva, di bile e le secrezioni gastriche, promuovendo la digestione.
Effetti indesiderati
Lo zenzero è considerato sicuro come spezia o alimento nell’ambito di una dieta varia e bilanciata. Tuttavia, l’assunzione di quantità eccessive può causare disturbi gastrointestinali, quali bruciore di stomaco, diarrea, gonfiore e flatulenza. È necessaria cautela nell’assunzione dello zenzero, soprattutto se sotto forma di integratore/rimedio erboristico, se ci si deve sottoporre a intervento chirurgico o in associazione a terapie con farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti, a causa del possibile rischio di aumento del sanguinamento.
La probabilità di comparsa di effetti indesiderati e l’intensità degli stessi è proporzionale ai quantitativi assunti e alla durata di assunzione.
Negli individui adulti la quantità massima consigliata è di 2 grammi al giorno.
Controindicazioni
- Gravidanza e allattamento: anche se lo zenzero è efficace nel contrastare la nausea durante la gravidanza, dovrebbe essere evitato sia durante la gravidanza che durante l’allattamento a causa della mancanza di dati sui possibili rischi di malformazione nel feto o di effetti indesiderati sul neonato.
- Terapie antitumorali e radioterapia: il gingerolo, contenuto all’interno del rizoma dello zenzero, presenta attività antiossidante. Ad oggi non è ancora confermato se l’assunzione d’integratori con azione antiossidante, in associazione a terapia chemioterapica e a radioterapia, può essere di beneficio o rappresenti piuttosto un rischio.
- Disordini della coagulazione del sangue: lo zenzero inibisce l’aggregazione delle piastrine del sangue e quindi aumenta il rischio di sanguinamento. Per questo motivo lo zenzero e, soprattutto, gli integratori a base di zenzero sono sconsigliati sia prima di un intervento chirurgico, sia in pazienti con disturbi emorragici.
- Interventi chirurgici: sospendere almeno 2 settimane prima dell’intervento l’assunzione di zenzero, di integratori a base di zenzero e/o di altre erbe con proprietà antiaggreganti e/o anticoagulanti. Riprendere l’assunzione solo dopo aver consultato il medico.
- Diabete: lo zenzero è in grado di aumentare la secrezione dell’ormone insulina, comportando una riduzione dei livelli di glucosio nel sangue e aumentando, quindi, il rischio di ipoglicemia.
- Calcolosi biliare: gingerolo e shogaolo, contenuti all’interno del rizoma dello zenzero, stimolano la secrezione di bile, aumentando il rischio di insorgenza o di complicanze di calcoli biliari.
- Problemi cardiaci: alte dosi di zenzero per periodi prolungati di tempo, possono aggravare alcune condizioni cardiache.
Interazioni con le terapie farmacologiche
Per evitare interazioni potenzialmente dannose con i farmaci convenzionali anti-nausea, anti-vomito e/o antitumorali, è importante riferire al medico se si stanno assumendo, o se si intende assumere, integratori o altri prodotti contenenti zenzero.
L’assunzione di integratori/rimedi erboristici a base di zenzero con le categorie di medicinali sotto riportati può aumentare il rischio di insorgenza di effetti indesiderati e/o compromettere l’efficacia della terapia:
- Farmaci antitumorali e radioterapia.
- Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), ad esempio Acido acetilsalicilico, Ibuprofene e Diclofenac, etc.
- Farmaci anticoagulanti o fluidificanti del sangue, ad esempio Warfarin, anticoagulanti di nuova generazione (Dabigatran, Apixaban, Edoxaban e Rivaroxaban), Ticlopidina, etc.
- Alcuni farmaci antipertensivi (calcio antagonisti e sartani), ad esempio Nifedipina, Losartan.
- Insulina e/o farmaci ipoglicemizzanti.
- Farmaci immunosoppressori, quali Tacrolimus e Ciclosporina.
- L’antibiotico Metronidazolo.
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Aggiornato a Maggio 2024